20/01/09

23 Gennaio SCIOPERO DEI FERROVIERI in solidarietà a Dante

la locomotiva corre!


Inviamo i materiali recenti prodotti dal Comitato di Solidarietà e Sostegno
a Dante De Angelis e la lettera di Dante in merito alle "aperture" di
Trenitalia.

***

COMUNICATO A SOSTEGNO DELLA LOTTA DEI FERROVIERI

Dante De Angelis è un macchinista, Rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza (Rls), licenziato da Trenitalia dopo aver denunciato la mancanza
di sicurezza sui treni. Dante era già stato licenziato due anni fa per aver
rifiutato di condurre il treno con il c.d. "pedale ad uomo morto", ma grazie
ad una importante mobilitazione dei ferrovieri, era stato reintegrato al suo
posto di lavoro.
Contro questo nuovo licenziamento l'"Assembla Nazionale dei Ferrovieri", un
organismo di lavora-tori e delegati nato dopo la strage di Crevalcore nel
2005 e protagonista delle mobilitazioni per la prima riassunzione di Dante,
ha indetto, tra settembre e novembre, 3 scioperi, tutti sospesi e rin-viati
dal ministro Matteoli con ordinanze contenenti varie "motivazioni". Ne
segnaliamo due in particolare: a) il "rischio di un'alta adesione" allo
sciopero e l'impossibilità di indire scioperi "per un singolo lavoratore".

Alcune organizzazioni sindacali che avevano aderito agli scioperi hanno
impugnato l'ordinanza di fronte al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale)
ritenendo che la proclamazione dello sciopero fosse del tutto legittima. La
tardiva risposta preliminare del TAR è stata che il ministro non vieta-va,
ma differiva lo sciopero e che questo poteva essere del tutto compatibile
con la legittimità della proclamazione stessa. Insomma, anche se gli
scioperi erano legittimi il Ministro poteva - in astratto - differirli lo
stesso. Si tratta, ora, di capire se era legittimo il differimento. In
attesa della motivazione sull'eventuale legittimità del differimento (che
potrebbe arrivare dopo mesi, visto che ce ne sono in attesa anche da anni),
questo provvedimento ha indotto i ferrovieri a sospendere le agita-zioni.

Le norme per la regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi
pubblici essenziali (leggi 146/1990 e 83/2000) hanno definito ormai il
"come" e il "quando" si possa scioperare nei settori indicati come
"essenziali" (e tra questi i trasporti pubblici) "sterilizzando" di fatto
gran parte delle potenzialità degli stessi scioperi.
Ma il governo non si è limitato alla legge, ma ha dichiarato esplicitamente
che non si può sciopera-re per un singolo lavoratore (come se la
proclamazione fosse dettata da ragioni di amicizia o simpatia per Dante e
non perché è interna alla più generale battaglia per la salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro); ha poi precettato gli scioperi proclamati
dall'Assemblea nazionale, mentre ha accettato l'effettuazione di altri
scioperi in ottobre e novembre proclamati da varie organizzazioni sindacali.

Permettere che il governo, con il silenzio-assenso del TAR e con lo
scavalcamento oggettivo della Commissione di garanzia decida - appoggiandosi
alle leggi anti-sciopero - "quando e "come" si sciopera e - decidendo per
conto suo (o, meglio, su input della controparte: l'azienda) - "chi"
scio-pera e "per cosa", significa permettere che lo sciopero venga posto
completamente sotto il controllo del governo (che nei "servizi pubblici
essenziali" è la controparte) e/o dell'azienda Fs (che nella vertenza per il
reintegro di Dante è la vera e naturale controparte).
Si consente formalmente il diritto di sciopero (peraltro riconosciuto dalla
Costituzione) per poi ne-garne concretamente il suo esercizio, con la scusa
che nei servizi pubblici essenziali si devono con-temperare i diritti dei
lavoratori con quelli degli utenti (cosa che naturalmente non ha valore
quando si tratta di valutare come i ministri, gli alti funzionari e i
"boiardi" di Stato amministrano le società che erogano tali servizi; e
soprattutto, quando un delegato sindacale denuncia la mancanza di sicurezza
e l'azienda lo licenzia e il governo impedisce di scioperare per il suo
reintegro, chi è che agisce nell'interesse degli utenti: il Rls o azienda e
governo?). Ogni studente o lavoratore pendola-re, ogni utente, ogni
ferroviere, ogni persona onesta non può avere dubbi sulla risposta.

Il fatto che questa situazione si venga a determinare nell'ambito della
vicenda di Dante è per alcuni aspetti comprensibile e per altri tutt'altro
che incidentale.
E' comprensibile che il governo (e magari anche qualche organizzazione
sindacale rappresentati-va) non gradisca l'autorganizzazione dei
lavoratori e non veda di buon occhio organismi come l'Assemblea Nazionale
che tendono a produrre una mobilitazione trasversale. E' anche
comprensibile che si cerchi di impedire che i ferrovieri si mobilitino per
ottenere l'annullamento del licenzia-mento di Dante che, denunciando la
mancanza di sicurezza sui treni, non ha fatto altro che svolgere il proprio
dovere. E' comprensibile - ancorché miserabile - che l'azienda cerchi di
mettere il reinte-gro di Dante sul piatto della bilancia nella trattativa
per il rinnovo contrattuale cercando di impedi-re che questo reintegro possa
essere conquistato attraverso la lotta.
Non è incidentale per il fatto che le precettazioni si collocano alla
vigilia di una fase che si preannuncia di dura lotta contro le richieste
ventilate da Trenitalia (passaggio dal macchinista coadiuvato dal capotreno
(agente "unico") ad un solo macchinista (agente "solo"), con il conseguente
esubero di macchinisti, progressiva apertura del mercato del trasporto
ferroviario a soggetti privati gra-zie all'azione apri-pista del già
Direttore generale di Confindustria Cipolletta, presidente delle ferrovie).
Governo e Trenitalia avrebbero comunque tentato di "forzare la situazione"
per posizionarsi in vantaggio rispetto ai lavoratori. Lo stesso
licenziamento di Dante ha sì una funzione repressiva nei suoi confronti, ma
ha anche una funzione "propedeutica" per gli altri ferrovieri in modo che
non pensino di imitarlo. Ma se non fosse stata la vicenda di Dante ce ne
sarebbe stata un'altra e il tentativo di indebolire i lavoratori alla
vigilia della nuova "ristrutturazione", cercando di bloccare qualsiasi
ipotesi di riorganizzazione - o addirittura di auto-organizzazione - dei
ferrovieri, andava comunque avanti.

A questo punto la questione va oltre il "caso Dante De Angelis" e investe in
pieno la questione del diritto di sciopero, della lotta contro la
ristrutturazione e la privatizzazione delle FF.S.
Rispetto al 23 gennaio prossimo (data per cui è previsto il nuovo sciopero
contro il licenziamento di Dante) si presentano due possibilità: o i
ferrovieri dichiarano subito che lo sciopero si farà anche in caso di
precettazione (e si organizzano e mobilitano di conseguenza) e allora sarà
il ministro Matteoli che dovrà valutare se "forzare la mano" e rischiare
l'adesione ad uno sciopero precettato (fatto che rafforzerebbe i lavoratori)
oppure lasciar perdere e 'consentire' lo sciopero (e sarebbe, comunque,
un'affermazione dei lavoratori). Oppure, se i ferrovieri non prepareranno
così lo sciopero del 23, allora sarà Matteoli a vincere perché, "concedendo"
lo sciopero, ovvero non precettandolo, di-mostrerà che è il governo - e non
i lavoratori - a decidere quando si sciopera; precettandolo co-stringerà i
ferrovieri ad accettare una nuova sospensione (ciò renderebbe le eventuali
altre proclamazioni prive forza e significato).
A nostro avviso la cosa giusta da fare è la preparazione dello sciopero del
23 gennaio nei minimi dettagli puntando ad avere un'alta adesione;
dichiarare sin da subito la non accettazione di qualsiasi voglia precettazione
(cosa che, tra l'altro, potrebbe spingere il ministro ad evitare un "braccio
di ferro" pericoloso per la sua strategia). Se poi arriveranno centinaia di
provvedimenti disciplinari, vedremo se questo sarà un gran successo per
Moretti e Matteoli. Noi, come Comitato, ci impegneremo a sostenere i
ferrovieri e la loro lotta.

gennaio 2009

Comitato di Solidarietà e Sostegno a Dante De Angelis

***

CONTRO L'ARROGANZA, LE PROVOCAZIONI E LE RAPPRESAGLIE DELL'AZIENDA E DEL
MINISTRO !

Dante è ancora licenziato. Come ferrovieri non abbiamo ancora effettuato uno
sciopero per il suo reintegro, nonostante sia stato proclamato per 3 volte:
26 settembre, 29 ottobre e 28 novembre. Ogni volta è intervenuta, due giorni
prima dell'astensione, la precettazione del ministro Matteoli, adducendo
motivazioni pretestuose, come la previsione di un'alta adesione dei
lavoratori (in segui-to anche alla proclamazione contemporanea delle
segreterie regionali dell'Or.s.a. che sostenevano l'Assemblea Nazionale dei
Ferrovieri) e il conseguente venir meno del diritto alla mobilità per gli
utenti, costituzionalmente garantito! Siamo stati precettati 3 volte,
nonostante il rispetto della 146/90 e dell'83/2000 che di per sé limitano
fortemente il diritto di sciopero.
Il licenziamento di Dante ha determinato una diffusa indignazione e
attestati di solidarietà da parte di tanti lavoratori e cittadini,
pronunciamenti di rappresentanti di istituzioni, organismi vari,
associazioni .
Ma il "cuore", il centro della mobilitazione per il reintegro di Dante,
siamo noi ferrovieri e la forma che assumerà la vicenda dipende (e finora è
dipesa, in positivo e in negativo) dalle iniziative che sapremo promuovere e
sostenere. Utili sono le denunce, i presìdi, le lettere, le raccolte di
firme, le prese di posizione, ecc. Importante è aver mantenuto e rafforzato
la Cassa di Solidarietà tra Ferrovieri con la sottoscrizione straordinaria
per Dante. Ma se non esercitiamo, praticandolo, il diritto di sciopero,
costituzionalmente garantito, tutto il resto viene gravemente indebolito e
finisce per perdere il suo vero significato.
Dopo due precettazioni, lo sciopero del 28 novembre doveva essere mantenuto,
comunque.
Di fronte alla rappresaglia aziendale di aver allontanato dal suo posto di
lavoro un macchinista, uno dei più competenti e combattivi Rls nella
battaglia per la sicurezza in ferrovia, non possiamo subìre anche
l'imposizione a non scioperare. Così facendo, abdichiamo alle nostre
responsabilità, cioè alle decisioni assunte nell'assemblea nazionale del 5
settembre a Roma. Indeboliamo, così, la battaglia per la sicurezza, causa
per cui Dante è stato licenziato una seconda volta.
Inoltre, limitandoci a denunciare la mancanza di democrazia, la prepotenza e
l'ingiustizia subìta per una, due, tre . volte, perdiamo la credibilità sia
da parte dei ferrovieri che di coloro che ci han-no sostenuto. Finiamo per
essere i soliti "lamentoni" incapaci di difendere concretamente i nostri
Rls, oltre al diritto di sciopero. Contribuiamo, anche se contro la nostra
volontà, a scoraggiare quanti hanno preso ad esempio le lotte dei ferrovieri
(organizzati, oltre e fuori i sindacati, nell'Assemblea Nazionale), in
particolare negli 8 mesi di lotta che hanno permesso, due anni fa, il
reintegro di Dante dopo il primo licenziamento.
Ad ottobre, in Versilia, si è costituito un Comitato di sostegno e
solidarietà a Dante De Angelis, composto da compagni e compagne, lavoratori
e studenti. Come compagni ferrovieri ne abbiamo fatto parte. Il Comitato ha
partecipato al presìdio del 24 ottobre a Roma, ha incoraggiato, con
risultati, la solidarietà politica ed economica presso compagni e
lavoratori di diversi settori, ha promosso presìdi con volantinaggi ai
ferrovieri e ai pendolari nelle stazioni di Pisa Centrale e Pisa S.
Rossore, a la Spezia, ecc., a sostegno di Dante e delle lotte dei
ferrovieri per il suo reintegro e ha propagandato l'importanza di
partecipare (per i ferrovieri) e di sostenere (per i pendolari) lo sciopero
del 29/10 prima, poi quello del 28/11; scioperi che sono stati annullati.

Adesso spetta a noi decidere l'effettuazione dello sciopero indetto per il
23 gennaio o, invece, lasceremo ancora una volta l'"iniziativa" nelle mani
del ministro ?
In questi mesi, dal licenziamento di Dante ad oggi, altri scioperi sono
stati effettuati in ferrovia. Se si guarda bene, è proprio questo lo
sciopero che non deve essere effettuato per Matteoli & C. Lo sciopero dei
ferrovieri organizzati nell'Assemblea Nazionale e proprio quello per il
reintegro di Dante. In altre parole, dopo avere regolamentato il diritto di
sciopero, quando e come si può fare (con la legge e le delibere della
Commissione di Garanzia), ora pretendono di decidere chi e per-ché lo deve
fare. Non i ferrovieri dell'Assemblea Nazionale e non "per un singolo
lavoratore" (!).
Dobbiamo, fin da ora, sostenere che lo sciopero del 23 si farà, comunque.
Altrimenti, il solo pensare di sospenderlo, a seguito dell'ennesima
precettazione, sarebbe stato un errore averlo promosso. O siamo capaci di
confermarlo rispondendo anche all'abuso di una nuova Ordinanza
ministeriale, e quindi prepararlo bene tra i ferrovieri, i pendolari, la
pubblica opinione e preparandosi anche al "dopo" (sotto l'aspetto sindacale,
politico ed economico), o non lo avremmo dovuto neppure proclamare per una
quarta volta. Se siamo noi a decidere che si farà in ogni caso, sarà un vero
sciopero, efficace e autorevole, sia in presenza che in assenza della
precettazione. Altrimenti, sarà ancora il ministro a decidere .
Non dobbiamo farci disorientare (e scoraggiare) dal fatto che "non saremo in
tanti a scioperare". A parte il fatto che quanto prima e meglio prepariamo
lo sciopero, tanto più potrà svilupparsi la partecipazione. Ed è,
soprattutto, di alto significato il fatto che lo sciopero sia partecipato da
quei ferrovieri, più coscienti, determinati e pronti anche ad affrontare le
conseguenze delle sanzioni amministrative (perché di questo si tratta), e
capaci a trasformarle in maggiore solidarietà, sostegno e partecipazione.
Per rompere il muro della prepotenza, dell'immobilismo, della rassegnazione.
Per cominciare a modificare i rapporti di forza e orientare altri, ora
titubanti, a unirsi alla lotta. Per mostrare, e di-mostrare, che i
ferrovieri sanno assumersi le proprie responsabilità, come ha fatto Dante, e
non so-no disposti a far calare il silenzio su temi come la salute e la
sicurezza per i ferrovieri e i viaggiatori.
A chi di noi ha svolto un po' d'inchiesta fra i colleghi, non è sfuggita la
delusione di alcuni e la rabbia di altri per non aver saputo opporsi
all'imposizione autoritaria del ministro "ex" Msi. Questi lavoratori sono
la parte migliore, un patrimonio che deve essere valorizzato e reso attivo
nell'interesse dell'intera categoria.
Inoltre, se vogliamo veramente organizzarci e lottare per impedire un solo
macchinista, difendere concretamente salute e sicurezza, fermare gli
incidenti e gli infortuni, le nefaste conseguenze dell'alta velocità, i
peggioramenti previsti con il prossimo contratto, gli abusi e le
intimidazioni quotidiani, non possiamo pensare di farlo senza lottare per il
reintegro di Dante! Se non siamo in grado di difendere i nostri Rls, se non
"ce la sentiamo" di scioperare in presenza della quarta precettazione
(quinta se consideriamo lo sciopero regionale della Toscana del 9 gennaio),
con quali argomenti, strumenti e credibilità potremo resistere, ad esempio,
all'agente solo o al continuo, drammatico, peggioramento dei turni di lavoro
?
Non dice niente il fatto che, all'indomani di ogni sospensione (dei tre
scioperi a seguito delle precettazioni), le invettive e le falsità della
controparte, propagandate ad arte verso l'opinione pubblica, si sono fatte
più arroganti e violente come l'attacco dell'A.D. Moretti ai macchinisti
"privilegiati e con la pancia piena"? Non pensiamo che lor signori stiano
"tastando il polso" per verificare se questo è il momento propizio per
procedere con il macchinista solo e gli altri progetti penalizzanti per i
ferrovieri ?
Riflettiamo sul fatto che: "Chi lotta può anche perdere, chi non lotta ha
già perso!"

10 gennaio 2009

Ferrovieri del Comitato di solidarietà e sostegno a Dante De Angelis

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LICENZIAMENTO DE ANGELIS: DANTE CI SCRIVE DI ALCUNE NOVITÀ...

Cari

forse già sapete che nei giorni scorsi le FS hanno manifestato per iscritto
la propria disponibilità alla revoca del licenziamento mediante una
"transazione che contempli l'irrogazione di una sanzione disciplinare di
minore entità".
Ovviamente ho accolto con favore questa apertura ed ho dato la mia più ampia
disponibilità ad accettare una soluzione mediata riguardo le contestazioni
poste alla base del licenziamento.
Sono consapevole del fatto che l'eventuale accordo transattivo deve
necessariamente salvaguardare gli interessi di entrambe le parti con una
soluzione equa, che risponda anche all'esigenza di difendere i principi, i
diritti e la dignità, mia personale, di tutti i ferrovieri e del mondo del
lavoro in generale.
Soluzioni diverse mortificherebbero il sostegno sindacale ricevuto, la
condivisione e la solidarietà manifestata dall'opinione pubblica.
Ne uscirebbero compromessi il ruolo stesso del Sindacato, le libertà
fondamentali e la possibilità stessa di esercitare nelle aziende
l'insostituibile ruolo di prevenzione dei RLS a salvaguardia della salute e
della sicurezza dei lavoratori.
Sono convinto che pur col dovuto rigore, col vostro contributo e le
mobilitazioni in atto, una soluzione di ragionevole mediazione possa essere
raggiunta anche in tempi brevi.

Un ringraziamento a tutti voi

Dante De Angelis

***

VENERDÌ 23 GENNAIO SCIOPERO NAZIONALE DEI FERROVIERI
PER IL REINTEGRO DI DANTE DE ANGELIS
Nei giorni scorsi con una lettera diretta al sindacato, il direttore del
personale, Domenico Braccialarghe, aveva confermato la disponibilità
aziendale a valutare una soluzione transattiva con l'irrogazione di una
sanzione di minore gravità rispetto al licenziamento.
Martedì 13 gennaio, nell'assemblea di Bologna sul diritto di sciopero, come
ferrovieri abbiamo discusso della necessità di verificare la proposta
dell'Azienda e della possibilità di giungere ad un accordo sul reintegro di
Dante.
Nella serata del 17 la retromarcia dell'azienda che pretende come
pregiudiziale una dichiarazione di De Angelis 'da rendere pubblica, in cui
si riconosca l'assoluta infondatezza di quanto affermato in merito agli
incidenti degli Eurostar'.
A Bologna abbiamo sottolineato che: 1) Dante non ha niente di cui pentirsi
quindi nessun tipo di abiura rispetto all'attività svolta in qualità di Rls;
2) a Dante debbono essere mantenuta stessa qualifica, stesso posto di
lavoro, stesse responsabilità sindacale; 3) che si (con)tratta e si firma un
'compromesso' sul reintegro, nel senso che il rapporto di lavoro riprende
dal 15 agosto.
La marcia indietro dell'azienda mostra che all'interno del suo establishment
vi sono punti di vista differenti. Inoltre, consideriamo che dopo il
Consiglio provinciale di Lucca, anche il Consiglio regionale della Toscana
ha approvato una mozione che "chiede il ritiro del licenziamento del
macchinista De Angelis".
Dopo tre precettazione nazionali nell'arco di due mesi (e, con quelle
regionali del 9 e 11 gennaio, quattro in tre mesi), non possiamo più subìre
arroganza e prepotenze da parte dell'azienda e del governo. Consapevoli e
forti del consenso, della solidarietà e della ragione, invitiamo tutti i
ferrovieri a partecipare allo sciopero di venerdì 23 gennaio, COMUNQUE,
senza paure e tentennamenti.
Il diritto di sciopero lo si difende esercitandolo !
O Dante torna al suo posto di lavoro o la lotta continua !

Sciopero nazionale dalle h. 09.00 alle h. 17.00;
gli impianti fissi tutta la giornata

18 gennaio 2009

I ferrovieri del Comitato di solidarietà e sostegno a Dante De Angelis
fonte roma.indymedia.org

2 commenti:

Anonimo ha detto...

che percentuale di adesione ha avuto lo sciopero?

Unknown ha detto...

di solito agli anonimi non rispondo.... faccio un'eccezione per la cronaca:

Per i sindacati di base che hanno organizzato lo sciopero delle ferrovie scattato ieri sera alle 21 - "sono altissime le adesioni dei ferrovieri allo sciopero contro i licenziamenti del macchinista, delegato alla sicurezza, Dante De Angelis e dei 4 ferrovieri intervistati dalla trasmissione Report. Dopo 12 ore sono in circolazione praticamente solo i treni d'obbligo della Commissione di Garanzia". I delegati Rsu-Rls dell' assemblea nazionale, in un comunicato, affermano che ci sono state "adesioni oltre l'80% degli addetti alla circolazione con punte del 100% in alcuni impianti del centro-nord" e che "a questo sciopero hanno dato un contributo determinante tutti i ferrovieri iscritti a Cgil, Cisl e Uil e Orsa nonostante la mancata adesione formale delle segreterie nazionali". Il licenziamento di De Angelis, che fa seguito ai 4 della trasmissione Report, - secondo i sindacalisti di base - "serve per zittire i lavoratori che, insieme ai cittadini ed ai pendolari, stanno mettendo in discussione gli attacchi alla sicurezza ed alla qualità del servizio pubblico. La lotta va ben oltre il solo problema 'dell'uomo mortò o della categoria: i ferrovieri hanno capito benissimo che con il licenziamento di De Angelis si vuole in sostanza bloccare ogni forma di resistenza al peggioramento delle condizioni di lavoro, calpestare i diritti sindacali e quelli democratici in tutte le aziende". Nel comunicato viene chiesto al ministro dei Trasporti anche "un atto concreto, risolutivo, che realizzi quel gesto riparatorio chiesto a gran voce dall'opinione pubblica e da autorevoli esponenti della maggioranza di governo, in discontinuità con la gestione precedente. Senza precisi impegni del ministro Bianchi, inevitabilmente proseguiremo con le azioni di lotta".